Il punto sul mercato di Integrae SIM
«L’unica gioia al mondo è cominciare» (Cesare Pavese)
Il mercato s’è desta. Torna all’improvviso il segno più sui listini. Apparentemente non un rimbalzo, ma una reazione a dati macroeconomici deludenti provenienti dagli Stati Uniti: richieste iniziali di sussidi di disoccupazione superiori alle attese, l’indice di produzione della Fed di Filadelfia a giugno inferiore alle attese e i commenti dei funzionari della Federal Reserve. Abbastanza per confermare che la politica monetaria restrittiva della banca centrale guidata da Jerome Powell si sta traducendo sull’economia reale, riaprendo la possibilità di un taglio anticipato dei tassi di interesse. In questo contesto, FTSE Mib 40 ha chiuso in rialzo dell’1,37%, superando l’Euro Stoxx 50 (+1,3%) e il Dax (+0,95%). In rosso le Borse statunitensi, ma solo dopo che l’S&P 500 ha toccato un nuovo massimo storico, favorito dai forti guadagni di Nvidia. Da sottolineare che nel corso della seduta di ieri anche l’indice S&P 500 Technology ha toccato un massimo storico, anche grazie al balzo del 6,2% di Accenture, che ha previsto una crescita annuale dei ricavi superiore alle attese. All’opposto, si raffreddano le tensioni sul mercato monetario: lo spread è sceso sotto la soglia di 150 punti mentre il rendimento del BTP a 10 anni resta sotto il 4%. Il calendario macro di oggi ha un menù molto ricco: alle 9:30 l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero a giugno in Germania, alle 15:45 l’indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero a giugno e alle 16:00 le vendite di abitazioni esistenti a maggio negli USA.
C’è poca Europa nei portafogli europei
Una quota crescente di fondi azionari europei è investita in attività finanziarie statunitensi: alla fine del 2023, il 44,6% del portafoglio era destinato agli USA, rispetto al 19,2% del 2012. L’European Fund and Asset Management Association (Efama) sottolinea che l’alta esposizione degli Ucits (Organismi di Investimento Collettivo in Valori Mobiliari) verso attività estere è specifica dell’Europa. Nel 2023, i fondi azionari nell’UE e nel Regno Unito avevano rispettivamente il 27% e il 29% dei portafogli investiti in azioni locali, contro il 78% e l’84% dei fondi azionari negli Stati Uniti e in Asia-Pacifico. Secondo Efama, vari fattori spiegano la minore propensione degli investitori europei verso il mercato domestico: opinioni sui vantaggi degli investimenti transfrontalieri, ruolo dei consulenti finanziari, sviluppo di piattaforme per fondi globali, dimensioni ridotte dei mercati azionari dell’UE e interesse per le società tecnologiche statunitensi. Efama osserva che la forte performance dei mercati statunitensi, dovuta a crescita demografica, spesa in ricerca e sviluppo, stimoli fiscali e prezzi energetici più bassi, ha portato a una maggiore allocazione di attività azionarie verso gli USA. Per attrarre capitali nell’economia dell’UE, Efama ritiene necessario liberare il potenziale del mercato unico, creare un’Unione dei mercati dei capitali, rafforzare la competitività dell’economia e delle imprese dell’UE e riorientare la strategia di investimento al dettaglio.
Più regole per le cripto
Il Governo sta facendo circolare la bozza del nuovo decreto di regolamentazione delle criptovalute. L’Italia deve allineare le proprie normative al regolamento UE n. 1114 del 31 maggio 2023, che disciplina il mercato delle monete digitali e le relative attività finanziarie. Vengono modificate le norme per l’emissione di criptovalute e per il rilascio delle autorizzazioni necessarie a operare nel settore. Sono previste nuove sanzioni sia penali che amministrative. In base alla bozza attuale, l’articolo 30 del titolo IV stabilisce pene che vanno da sei mesi a quattro anni di reclusione e multe fino a 10.329 euro per chi offre agli utenti token legati ad attività senza rispettare le normative comunitarie. Il decreto prevede sanzioni per manipolazione del mercato. Sono previste sanzioni per chi fornisce servizi per le cripto-attività in violazione dell’articolo 59 del regolamento europeo o emette token senza rispettare le riserve dell’articolo 48. Chi offre al pubblico token di moneta elettronica senza il consenso scritto dell’emittente sarà soggetto a multe. Le persone giuridiche possono incorrere in sanzioni amministrative che vanno da 30.000 a €5 milioni in caso di violazione delle disposizioni dell’articolo 111 del regolamento UE, mentre le persone fisiche possono essere multate tra €5.000 e 75.000. Ulteriori sanzioni sono previste per chi viola i divieti di abuso di informazioni privilegiate o manipolazione del mercato. Le sanzioni amministrative possono essere imposte dalla Banca d’Italia e dalla Consob.