Il punto sul mercato di Integrae SIM
“È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante” (Antoine de Saint-Exupéry)
Borse alle prese con la scommessa sui tagli. Falsa partenza o trend duraturo? Il mercato si interroga sugli scenari post prima manovra finanziaria da parte di Bce e Bank of England (BoE). Gli investitori stimano un’alta probabilità, dell’88%, che Francoforte riduca i tassi nella riunione di politica monetaria della prossima settimana. È di ieri la notizia che le attese di inflazione dei consumatori europei a un anno sono scese al 2,9%, il minimo da settembre 2021. Tuttavia, ci sono ancora incertezze riguardo a ulteriori tagli oltre il mese di giugno, e gli operatori ora prevedono solo un’altra riduzione dei tassi. Per François Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia, è importante mantenere la massima flessibilità nelle decisioni. Il banchiere ha osservato che non ha senso limitarsi a tagliare i tassi solo una volta a trimestre, come suggerito da alcuni, come il presidente della Bundesbank Joachim Nagel, e ha sottolineato che ogni decisione dovrebbe essere presa di volta in volta, basandosi sui dati disponibili. Villeroy ha concluso che non è necessario impegnarsi già ora per luglio, ma è fondamentale conservare la libertà di decidere sui tempi e sui ritmi delle riduzioni dei tassi. Dichiarazioni che lasciano margini di incertezza sulla reale uscita dalla lunga stagione dei tassi elevati ovvero dalla spirale inflazionistica contribuendo a spingere gli indici in territorio negativo: Eurostoxx 50 -0,60%, FTSE Mib -0,29%. In verde Wall Street grazie all’exploit di Nvidia, +7%, sopra i $1.100. In questo contesto i dati macro di oggi aumentano la propria rilevanza di market mover: alle 14:00 l’inflazione in Germania a maggio, vista in aumento dlelo 0,2% su base sequenziale, in decisa frenata rispetto al +0,5% della rilevazione precedente.
L’Europa punta sull’idrogeno
Le autorità europee per la concorrenza hanno approvato due grandi iniziative: un progetto da €1,4 miliardi per l’idrogeno, finanziato da sette Paesi, e un progetto da €1 miliardo per la sanità, sostenuto da sei Paesi. Estonia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Slovacchia e Spagna contribuiranno al finanziamento del progetto sull’idrogeno, che dovrebbe anche attirare altri €3,3 miliardi da investitori privati, come comunicato dalla Commissione europea. Undici aziende, tra cui Airbus, Bmw e Michelin, parteciperanno a tredici diversi progetti legati all’iniziativa. Tra i titoli quotati in Piazza Affari esposti al trend di crescita degli investimenti pubblici e privati nell’idrogeno c’è Ecomembrane. Società quotata dal maggio del 2023 su Euronext Growth Milan, ha messo a punto un gasometro a bassa pressione, modulabile, che consente di stoccare idrogeno con risparmi economici, minor rischio di scoppi e una riduzione dei consumi energetici. Per quanto riguarda il progetto sanitario, destinato a promuovere la ricerca e l’innovazione, sarà finanziato da Belgio, Francia, Ungheria, Italia, Slovacchia e Spagna, con ulteriori €5,9 miliardi previsti da investitori privati. Sanofi, Euroapi e altre undici aziende prenderanno parte a quattordici progetti sanitari. Entrambe le iniziative rientrano negli Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo (IPCEI), che consentono ai governi dell’UE di finanziare progetti con norme sugli aiuti di Stato più flessibili.
Ipo batte delisting
Il mercato italiano ha visto un aumento significativo nelle operazioni di fusioni e acquisizioni nei primi tre mesi dell’anno, con 145 operazioni completate per un totale di €5,9 miliardi. Questo dato rappresenta un incremento del 38% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, come riportato nel report “M&A e Private Equity in Italia” pubblicato dalla Rome Business School. Ma se da un lato queste operazioni hanno contribuito a rafforzare le aziende coinvolte, migliorandone sia la dimensione che la solidità finanziaria, dall’altro c’è un aspetto meno positivo: negli ultimi cinque anni, 115 società sono state delistate dalla Borsa a causa di fusioni e acquisizioni. Il picco di delisting si è verificato nel 2019, con 28 società che hanno lasciato il mercato. È l’analisi di Francesco Baldi, professore di Finanza aziendale all’Università di Bologna e partner di Gmg Capital. Secondo l’esperto il trend è continuato, con un nuovo delisting (Renergetica spa) registrato nei primi tre mesi di quest’anno. Ma per un titolo che lascia il listino, molti di più hanno fatto il proprio ingresso in Borsa Italiana. Da inizio anno sono 7 le Ipo sul listino Euronext Growth Milan, 3 delle quali accompagnate da Integrae SIM. Il fenomeno del delisting non esclusivo dell’Italia e si osservi a livello globale, ma è necessario che le piazze finanziarie e le autorità di regolamentazione sviluppino strategie per affrontarlo. L’obiettivo è far sì che le aziende ritornino a considerare il mercato azionario come una destinazione sicura e vantaggiosa per la loro crescita a lungo termine.