Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Bisogna lavorare ed osare se si vuol vivere veramente” (Vincent van Gogh)
La Bce tiene duro e smonta l’euforia. Dopo un avvio positivo le Borse europee hanno chiuso ieri tutte in territorio negativo a causa delle parole di Christine Lagarde rilasciate durante il Council on Foreign Relations di New York. Secondo la governatrice si può discutere una modifica dell’obiettivo di inflazione del 2%, ma solo dopo aver portato l’inflazione al livello target (e nell’area Euro siamo ancora intorno al 7%). “Al momento, non c’è assolutamente alcun motivo per cambiare l’obiettivo di medio termine del 2%. Una volta che ci saremo arrivati, una volta che saremo sicuri che ci resterà, potremo discuterne”, ha aggiunto Lagarde. Piazza Affari è stata la peggiore Borsa europea complice la flessione del comparto bancario, che ha lasciato sul terreno oltre l’1%, per l’affievolirsi dell’appeal speculativo sul processo di aggregazione. Piatte le Borse Usa in attesa di dati macro e trimestrali rilevanti. Oggi alle 11:00 sarà diffusa la rilevazione dell’indice ZEW del sentimento sull’economica tedesca a aprile, vista a 15 punti dai 13 di marzo. Alle 14:30 in Usa saranno comunicati i permessi di costruzione rilasciati a marzo, attesi in leggero calo rispetto a marzo, ma soprattutto le concessioni edilizie sempre a marzo che dovrebbero calare del 6% rispetto al +15,8% della rilevazione precedente.
Anche i banchieri soffrono
Oggi riportano i risultati trimestrali J&J, Bank of America, Netflix, Lockheed Martin e Goldman Sachs, un primo significativo turno di bilanci da cui sarà possibile trarre indicazioni sullo stato di salute dell’economia Usa nei primi 3 mesi dell’anno e in grado di riaccendere la volatilità come dimostrala reazione ai risultati di State Street. Crollo di State Street (NYSE:STT) a Wall Street dopo che la banca di Boston ha mancato le stime degli analisti per i conti del primo trimestre. Il titolo è arrivato a perdere oltre il 10% dopo che il gruppo ha registrato un utile per azione di $1,52 su un fatturato di $3,1 miliardi, mancando il consenso per un utile di $1,65 per azione su un fatturato di $3,13 miliardi. Ma soprattutto la banca ha registrato $26 miliardi di deflussi netti, mentre gli analisti si aspettavano afflussi per $8,44 miliardi di dollari. Dato che potrebbe riaccendere la speculazione ribassista sullo stato di salute delle banche commerciali di medie dimensioni. Ma secondo Arun Sai, Senior Multi Asset Strategist, Mickael Benhaim, Head of Fixed Income Investment Strategy & Solutions e Patrick Zweifel, Chief Economist, di Pictet Asset Management, il salvataggio di Credit Suisse e la crisi di alcune banche regionali USA avranno ripercussioni sull’economia, ma le probabilità di una severa stretta creditizia sono remote.
Riparte il risiko?
Sembra esserci un contesto favorevole per una stagione di aggregazioni in Italia tra le società del settore bancario. Le prime candidate alla “combinazione” sono Unicredit e Banco Bipiemme su cui si vocifera da mesi. Secondo gli operatori il rapporto di concambio si posiziona a 5,2 volte, che corrisponderebbe a un premio importante a favore dei soci dell’Istituto guidato da Giuseppe Castagna, e a cascata del Credit Agricole, primo azionista del Banco. Un accordo considerato “accreative” sull’utile per azione, ovvero un +10% post sinergie da aggregazione e non ci sarebbero impatti negativi sulla sostenibilità del bilancio del cacciatore, ovvero l’istituto guidato da Andrea Orcel. Nel corso dell’ultimo mese i principali istituti di credito italiani hanno messo a segno rialzi che sfiorano la doppia cifra ed in particolare Bper +11%, Banco Bipiemme e Unicredit +9% a dimostrazione che tutti gli scenari sono aperti. Si appanna invece la stella del comparto del risparmio gestito che non pare interessato a un processo di consolidamento e che continua però a trattare su valutazioni molto più elevate rispetto ai titoli delle banche commerciali.