Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Quando la misura e la gentilezza si aggiungono alla forza, quest’ultima diventa irresistibile” (Mahatma Gandhi)
Investiti o liquidi? Questo potrebbe essere il dilemma del mese di aprile per gli investitori. Il primo trimestre ha regalato tante soddisfazioni ai risparmiatori ma sul finire anche qualche punto di domanda, per le tensioni sul comparto bancario. Temi che vengono riproposti anche in questo inizio di primavera ovvero l’equilibrio, per le banche centrali, il tra controllo dell’inflazione e rischio di recessione. Una lotta che è ben lontana dall’essere conclusa, a cui si aggiunge la decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione che potrebbe generare tensioni inflattive nel corso dell’anno o quantomeno riportare e stabilizzare su livelli elevati l’inflazione core. Sullo sfondo anche il ciclo della “riapertura” della Cina che con la ripresa definitiva post Covid, potrebbe incidere sui prezzi dell’energia e quindi le dinamiche inflattive. Ma nonostante ciò, non pochi operatori si aspettano un taglio dei tassi entro fine anno (anche se al momento ci saranno almeno un paio di rialzi tra Fed e Bce entro fine semestre). Sino a quando gli effetti della politica monetaria restrittiva non si saranno completamente dispiegati, i mercati continueranno a muoversi in modo laterale ovvero in attesa di punti di riferimento che indichino una tendenza. Un aiuto potrebbe arrivare dalla stagione delle trimestrali statunitensi che inizierà a breve. Nel frattempo oggi sono attesi alcuni importanti dati macro statunitensi: alle 14:15 la variazione dell’occupazione non agricola a marzo e alle 16:00 l’Indice ISM non manifatturiero a marzo atteso a 54,5 punti, in calo sulla rilevazione precedente ma sempre sopra la soglia di 50 punti che delimita la crescita dalla recessione.
La crisi bancaria? Per JPMorgan non è finita
Per Jamie Dimon, CEO di JPMorgan la crisi bancaria non è ancora finita. Il banchiere più influente del mondo nell’ambito del report annuale per il 2022, ha spiegato che le conseguenze si faranno sentire per anni a venire. Dimon afferma però che la crisi bancaria del 2023 non è paragonabile a ciò che si è verificato durante la crisi finanziaria globale del 2008: “l’attuale crisi bancaria coinvolge un numero molto inferiore di operatori finanziari e ci sono molte meno questioni da risolvere”. Per Dimon sarà inoltre necessario imparare alcune lezioni de effettuare alcune modifiche al sistema normativo ma senza adottare risposte impulsive, a casaccio o politicamente motivate, che spesso si traducono nel risultato opposto a quello che ci si prefiggeva. Per il leader di JP Morgan è il momento di riflettere a fondo e di coordinare normative complesse per raggiungere gli obiettivi, eliminando costose inefficienze e politiche contraddittorie. Più specificamente, Dimon chiede il rafforzamento delle banche regionali, medie e comunitarie, che sono essenziali per il sistema economico americano. L’amministratore delegato di JPMorgan ha infine messo in guardia dalle “nubi di tempesta che ci attendono”, conseguenza di un anno 2022 “non normale”. Dimon spiega come “la spesa fiscale senza precedenti, l’inasprimento quantitativo e le tensioni geopolitiche” sono i principali fattori di disturbo.
Il debito piace green
La seconda emissione del Btp green è stata bene accolta dagli investitori. Secondo le prime indicazioni di stampa, le richieste hanno superato quota €54 miliardi, rispetto a un ammontare complessivo pari a 10 miliardi di euro. Un rapporto tra domanda e offerta di 5 volte, che si pone nella parte alta delle aste sul debito italiano. Il titolo con scadenza 30 ottobre 2031, godimento 13 aprile 2023 e tasso annuo del 4,00%, paga due cedole semestrali. Il regolamento dell’operazione è fissato per il 13 aprile. Ricordiamo che la prima edizione del Btp green, con scadenza però ventennale, aveva raccolto richieste per oltre €80 miliardi a fronte di un ammontare di €8,5 miliardi. Il successo del nuovo collocamento è un segnale positivo per il nostro debito pubblico e più in generale l’asset class obbligazionaria, rispetto a quella azionaria. Secondo quanto stabilito dalla legge di bilancio del 2020, i Btp Green sono i Titoli di Stato dedicati al finanziamento delle spese dello Stato ambientalmente sostenibili in attività e settori sostenibili includendo: fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e termica, efficienza energetica, trasporti, prevenzione e controllo dell’inquinamento ed energia circolare, tutela dell’ambiente e della diversità biologica e ricerca.