Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Giusto o sbagliato, è il mio Paese!” (detto americano)
Rialzo o rimbalzo? First Citizens ha acquistato la SVB dal Governo americano ottenendo $119 miliardi in depositi, ma soprattutto $72 miliardi di attivo (prestiti), che sono stati rilevati a $16 miliardi, mentre ulteriori $90 miliardi di titoli resteranno in amministrazione controllata sotto la tutela della FDIC. Un affare per l’acquirente, molto meno per lo Stato che, ha dovuto rilasciare garanzie, tutele e prestiti perdendoci non meno di $20 miliardi nell’arco di poche settimane dal salvataggio. Condizioni che sono piaciute ai mercati che hanno chiuso al rialzo in maniera abbastanza generalizzata. L’aspettativa è che se altre banche dovessero entrare in crisi, il Governo statunitense interverrà facendosi carico delle perdite facilitando eventuali acquirenti nel subentro della gestione. Anche in Europa le preoccupazioni su Deutsche Bank sono rientrate velocemente. Il primo ministro tedesco ha parlato e tranquillizzato il mercato sulla solidità del sistema bancario tedesco così come l’Istituto ha voluto dare prova della propria capacità finanziaria rimborsando anticipatamente un bond subordinato cosa che Credit Suisse non è stato in grado di fare. Eppure resta il dubbio che le vicende SVB e Credit Suisse possano essere solo la punta di un iceberg di conseguenze nefaste della fine della stagione dei tassi a zero. Per questo attenzioni alle dichiarazioni che faranno oggi diversi esponenti di banche centrali e tra questi Christine Lagarde alle 15:15.
I biocarburanti sono la guerra dei poveri
Oggi è atteso l’OK del consiglio energia al regolamento europeo in tema di biocarburanti. Una decisione che mette fuori gioco l’Italia come produttore di combustibili verdi in vista dell’abolizione motori endotermici a partire dal 2035 e il passaggio definitivo all’elettrico. La deroga per i biocarburanti sintetici di fatto concede alla Germania il monopolio degli e-fuel, e alla Francia l’energia nucleare. Per l’Europa non è opportuno produrre biocarburanti vegetali, per non sottrarre terreno alle colture alimentari, meglio usare le fabbriche per ottenere quelli sintetici. Peccato che sia in Germania, che tra i suoi paesi alleati, le aree agricole siano praticamente assenti mentre in Italia abbondino quelle disponibili senza penalizzare l’alimentazione. Il punto è quindi solo giuridico, ovvero cosa sia un biocarburante, ma avrebbe un grande impatto per l’economia del nostro Paese e il suo futuro industriale. Il Governo è impegnato a ribaltare la situazione, Nella sostanza però sia la Germania che l’Italia sono perdenti nei confronti dell’elettrico (made in Cina), se pensiamo che ci sono nel nostro Paese 15mila pompe di benzina, ma difficilmente ci sarà la possibilità di creare 40 milioni di colonnine elettriche ovvero pari al numero di auto in circolazione in Italia.
Salvataggio all’italiana
Bankitalia e Ivass avrebbero trovato un accordo per il salvataggio di Eurovita attraverso un consorzio composto dalle banche che distribuivano i prodotti assicurativi della compagnia in crisi finanziaria. Operazione indispensabile per sbloccare i riscatti delle polizze, attualmente congelate, per effetto dell’amministrazione straordinaria. La corsa ai riscatti, senza cordone di salvataggio, metterebbe infatti Eurovita a rischio di sopravvivenza. Sono coinvolti 400 mila clienti che chiedono una rapida soluzione ovvero di ritorno alla normalità per potere rientrare in possesso dei propri soldi o almeno avere la libertà di farlo. Ma la nostra industria finanziaria italiana è solida, oltretutto i patrimoni dei clienti sono separati dagli asset dei soggetti gestori, per cui i rischi/danni riguardano solo coloro che intendono non aspettare la scadenza degli investimenti. Anche per questo la crisi di Eurovita non è paragonabile a SVB o Credit Suisse e Piazza Affari continua a trattare vicino ai massimi di periodo.