Il punto sul mercato di Integrae SIM
“La paura è umana, ma combattetela con il coraggio” (Paolo Borsellino)
Piazza Affari ha recuperato tutto il terreno perso dallo scoppio del conflitto Ucraina–Russia. Dai minimi di ottobre il recupero sfiora il 30%. Da inizio anno l’indice Ftse Mib 40 è la migliore Borsa d’Europa, la terza al mondo dopo Messico e Hong Kong. Nello stesso giorno Bankitalia annuncia che a novembre il debito pubblico è calato a poco più di €2.700 miliardi, lo spread del Btp a 10 anni è sotto i 190 punti e il rendimento inferiore al 4%. Cosa sta attraendo massicciamente capitali finanziari nel nostro Paese? La caccia al rendimento reale, che in molti si vogliono assicurare dopo anni di quaresima. Il debito pubblico del Paese, nonostante l’aumento in valore assoluto causato dai costi legati alla pandemia, è sostenibile, e l’inflazione gioca anche a suo favore. Le corporate quotate godono di ottima salute: dopo sette trimestri consecutivi di rialzo del Pil i profitti sono a livelli record, per cui nell’anno in corso pagheranno ancora generosi dividendi, che, complice il calo delle quotazioni nel 2022, offrono rendimenti che in alcuni casi sfiorano il 10%. Cosa può invertire questa tendenza? Un nuovo cigno nero, che fortunatamente non si vede all’orizzonte.
In Italia lo Stato c’è
Dopo 30 anni di latitanza i carabinieri hanno arrestato Matteo Messina Denaro, l’ultimo degli assassini di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ancora in libertà. Secondo la Premier Giorgia Meloni: “una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia”. La notizia ha fatto il giro del mondo, mettendo sotto una buona luce il nostro Paese che dimostra la capacità di combattere la criminalità, a beneficio della buona ed onesta economia. Il giro d’affari delle mafie in Italia è stimato in €200 miliardi l’anno attraverso le principali attività criminali. Se aggiungiamo che l’evasione fiscale drena ulteriori €100 miliardi l’anno, arriviamo a una cifra pari al 20% del Pil che non viene canalizzata a favore dello sviluppo ovvero alla sostenibilità del debito pubblico. Ogni iniziativa di successo che sposta risorse finanziarie dalla cattiva alla buona economia, è un’ottima notizia per il Paese e gli investitori.
I Bond sono la carta giusta?
Dopo un anno in cui il comparto obbligazionario ha deluso, molti esperti prevedono che verrà riscoperto nel corso del 2023. Un primo segnale in questa direzione è il successo delle aste dei Btp italiani che vanno a ruba nonostante i profeti di sventura sulla sostenibilità del nostro debito. Altro segnale è la riscoperta di questi prodotti da parte degli investitori retail e a cui si sta rivolgendo Eni, con l’emissione del primo bond legato a obiettivi di sostenibilità. Il prestito avrà durata di 5 anni per un valore complessivo di €1 miliardo, importo che potrà essere aumentato sino a 2 miliardi in caso di eccesso di domanda da parte degli investitori. Il rendimento della cedola non potrà essere inferiore al livello minimo, fissato pari al 4,3% (circa 100 punti sopra il Btp a parità di scadenza), ma in caso di mancato raggiungimento di uno dei target di sostenibilità, il rendimento della cedola pagabile alla data di scadenza (il 10 febbraio 2028) sarà incrementato dello 0,50%. L’esito dell’Offerta sarà un indicatore importante circa le prospettive del mercato obbligazionario per il resto dell’anno.